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Modello BIOPSICOSOCIALE

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Il Modello Biopsicosociale (BPS) attribuisce il risultato della salute e della malattia all'interazione complessa e multivariata di fattori biologici, psicologici, familiari, culturali, socioeconomici e ambientali. Venne proposto , in superamento del dualismo cartesiano mente-corpo, dallo psichiatra statunitense George Libman Engel in un famoso articolo sulla rivista Science nel 1977: "The Need for a New Medical Model: A Challenge for Biomedicine".

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La psicosomatica, approfondita in ambito pediatrico da Leon Kreisler, studia le connessioni anche causali tra disturbi organici o "somatici" e origini "psichiche", ossia mentali, affettive o relazionali, di un disturbo. La malattia, che nell'antica concezione magica e sciamanica era un evento sociale dovuto a cause naturali, esterne, persino animiche. Dal Seicento in poi con la rivoluzione cartesiana e la suddivisione tra mente (res cogitans) e corpo (res extensa) si ebbe una concezione dell'organismo come retto da forze meccaniche, fisiche e chimiche. La psicanalisi scoprì come contenuti psichici repressi potessero condurre a manifestazioni corporee di disagio e di patologia. La connessione tra stress e traumi psichici e maifestazioni organiche oggi è certa e profondamente studiata, soprattutto dal punto di vista biochimico, immunochimico e i persino elettromagnetico. La somatizzazione è il meccanismo che trasforma i processi psichici in effetti corporei, soprattutto mediante i sistemi nervoso autonomo, endocrino e immunitario.

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Chi si occupa di bambini deve saper sviluppare capacità di counselling che includano oltre all'ascolto attivo: disponibilità, interesse, fiducia, empatia, rassicurazione e riservatezza. Ma è necessario conoscere le modalità di sviluppo del bambino, le problematiche relazionali, le funzioni del sistema famiglia e del sistema scuola, l'eventuale surmenage mentale o emotivo. E' fondamentale evitare giudizi moralistici, pregiudizi, rigidità, competitività, ma anche l’eccessivo coinvolgimento emotivo.

 

Può essere utile la collaborazione di un pedagogista nei casi di difficoltà nei processi educativi e formativi. Ma occorre riconoscere la necessità di collaborare con uno psicologo infantile e in caso di patologia con uno psicoterapeuta infantile, che prendano in "carico" il bambino e la famiglia, accompagnandoli ad una graduale risoluzione del disagio emotivo, affettivo, relazionale, comportamentale. L'approccio psicologico potrà essere di tipo: sistemico, cognitivista, psicodinamico, comportamentale, cognitivo-comportamentale, analitico junghiano, fenomenologico, corporeo, biodinamico, bioenergetico, psicosomatico, eccetera... Questa varietà è indice della complessità del sistema psiche-corpo-società. In ogni caso un buon approccio con i bambini passerà inevitabilmente dal gioco e dalla creatività.

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La psicomotricità e neuropsicomotricità potranno essere necessarie in tutti quei casi di disabilità anche minima nell'età evolutiva, mentre l'ergoterapia o terapia occupazionale pediatrica cooperano all'acquisizione da parte del bambino delle autonomie necessarie per la vita quotidiana.

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Quando lo sviluppo neuropsichico del bambino presenta dei disturbi o dal lato psichico o dal lato neurologico più severi, occorre rivolgersi ad un medico specializzato in neuropsichiatria infantile, esperto di epilettologia, neurofisiopatologia o neuropsicologia, a seconda del disturbo. Anche in ambito neuropsichiatrico infantile - meno frequentemente in epilettologia - vengono sempre più spesso proposte terapie fitoterapiche o nutraceutiche, in tutti quei casi in cui sia possibile evitare il farmaco di sintesi.

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NEI BAMBINI

 

I bambini sono l'essenza della psicosomatica: in loro la somatizzazione di sintomi psichici (e viceversa la componente emotiva di sintomi organici) è rapida, frequente, dinamica e - fortunatamente - reversibile!

Rimandiamo alla pagina sulle discipline psicocorporee per quanto riguarda la mindfulness e le strategie di consapevolezza corporea e di rilassamento.

CENNI LEGALI

 

La legge 56/89 stabilisce quali siano i requisiti per l’esercizio delle attività di prevenzione, diagnosi, abilitazione-riabilitazione e sostegno in ambito psicologico. La professione di psicologo rientra fra le professioni sanitarie ed è istituito un albo professionale, cui si accede dopo laurea in discipline psicologiche, tirocinio pre laurea, tirocinio post laurea presso strutture autorizzate, ed esame di abilitazione. Gli iscritti all’Albo degli psicologi sono soggetti al rispetto di quanto stabilito dal codice penale riguardo al segreto professionale e a quanto previsto dal codice deontologico, secondo cui lo psicologo ha la responsabilità mantenere un adeguato livello di preparazione professionale, riconosce i limiti della propria competenza ed usa solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e formale autorizzazione.

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